Il tè del pomeriggio, i biscottini e… un complotto di corte!

da | Lug 20, 2018 | CURIOSITÀ

«Sotto certi aspetti ci sono nella vita poche ore più piacevoli di quelle dedicate alla cerimonia del tè del pomeriggio. Vi sono circostanze in cui, sia che si prenda il tè o no – c’è della gente che non ne vuol sapere – quel momento è in sé delizioso».

Ritratto di signora, 1881, Henry James

L’Europa è la nazione che consuma più caffè al mondo e i paesi scandinavi dominano la classifica con i loro 8/9 kg all’anno per abitante (in Finlandia si arriva addirittura a 12 kg).

Ma poco più in là, nel fiero regno della Regina Elisabetta II, i britannici nuotano controcorrente e continuano a preferire da secoli il . Si può dire che questa bevanda sia legata a doppio filo alla storia del Regno Unito, eppure l’usanza del tè pomeridiano è relativamente nuova.

Sebbene l’usanza di bere il tè affondi le sue radici nella remota Cina di cinquemila anni fa, in Inghilterra divenne popolare solo nel 1660, sotto il regno di Re Carlo II. Per parlare del vero e proprio rito del tè pomeridiano occorre attendere l’arrivo di Lady Anne Stenhope, Duchessa di Bedford.

Dal momento che la cena veniva servita molto tardi, verso le otto di sera, la Duchessa si ritrovava a dover sopportare il languorino per un lungo lasso di tempo fra il pranzo e la cena. Incapace di attendere oltre, un pomeriggio la Duchessa ordinò che le venne servito un vassoio di tè con pane e burro (un’altra innovazione del XIX secolo del Conte di Sandwich) e una torta da portare nella sua stanza nel tardo pomeriggio.
Presto divenne un’abitudine e Lady Anne, che amava la vita dei salotti, invitò i suoi amici a unirsi a lei.

Questa pausa per il tè divenne un evento sociale incredibilmente alla moda. Verso la fine del secolo, le norme dell’altà società prevedevano un vero e proprio codice di abbigiamento per il tè del pomeriggio: abiti lunghi, guanti e cappelli quanto più sontuosi e ingombranti possibile.


Anne Stanhope, Duchessa di Bedford
(1820)

Tè, biscottini… e pettegolezzi!

Con l’arrivo della moda del tè del pomeriggio, le donne britanniche dell’alta società poterono bearsi della possibilità di ritrovarsi ogni giorno insieme per dedicarsi a un’attività che molte di loro reputavano un estremo divertimento: il pettegolezzo!

Lady Anne era un’estimatrice dell’arte del pettegolezzo, al punto che finì per essere coinvolta in un vero e proprio scandalo da salotto. Quando la giovane Lady Flora, dama di compagnia della duchessa di Kent e figlia del marchese di Hastings, iniziò ad accusare un insolito dolore addominale, le venne diagnosticato dal medico di corte una gravidanza. Non essendo Lady Flora ancora sposata, la dichiarazione venne messa a tacere… fino a quando Lady Anne e una sua cara amica, la baronessa Lehzen, non sparsero la voce che il padre del “bastardo” fosse Sir John Conroy, il presunto amante della duchessa di Kent, Maria Luisa Vittoria, madre della allora giovanissima Regina Vittoria.

Fu solo per amore del pettegolezzo?
In realtà no. Il motivo dell’antipatia di Lady Anne e Lady Lehzen per Lady Flora era più pragmatico e politico di quanto non ci si aspetterebbe da tre dame di compagnia: Lady Flora, vicina alla duchessa di Kent, faceva parte del cosidetto Sistema di Kensington, una sorta di complotto familiare voluto da Maria Luisa per tenere la principessa Vittoria lontana dai suoi zii paterni.
La baronessa Lehzen, al contrario, era la governante della principessa e nutriva nei confronti della futura regina un affetto profondo che Vittoria ricambiava con uguale sincerità (nel corso degli anni Lady Lehzen divenne difatti sua consigliera, rimpiazzando la stessa madre).
Ecco perché Lady Lehzen e Lady Anne non si fecero scappare l’occasione di colpire una “nemica” della regina Vittoria ad ogni salotto in cui entravano per il tè del pomeriggio.

Quando si scoprì che Lady Flora non solo non era incinta, ma che aveva contratto un tumore al fegato che l’avrebbe portata alla morte solo pochi mesi più tardi, Lady Anne, Lady Lehzen e la stessa Regina Vittoria vennero sevamente criticate dall’altà società inglese per averne così ingiustamente guastato la reputazione.

…e tutto per mezzo di qualche biscotto e una tazza di tè!

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